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Qui potrai trovare una vasta rassegna di materiali aventi ad oggetto uno dei periodi più interessanti della recente storia repubblicana, quello compreso tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Ottanta del secolo scorso.
Il sito comprende sei aree tematiche e ben ventidue sottocategorie con centinaia di pezzi su anni di piombo, strategia della tensione, vicende e personaggi più o meno misconosciuti di un’epoca soltanto apparentemente lontana. Per rinfrescare la memoria di chi c’era e far capire a chi era troppo giovane o non era ancora nato.
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Audioteca criminale

Redazione Spazio70

Fatti e figure chiave del potere criminale italiano nei decenni '70 e '80. I killer delle carceri

Perugia, 9 ottobre 1998. L’ex «boss» della Nuova Camorra Organizzata Raffaele Cutolo, in qualità di testimone, risponde alle domande dell’avvocato Carlo Taormina nel corso di un’udienza del processo per l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.itPerugia, 3 marzo 1997. Processo per l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli. L’ex membro della Banda della Magliana, Maurizio Abbatino, definisce Massimo Carminati esecutore materiale dell’omicidio Pecorelli. Nel 1999 la Corte d’assise di Perugia assolverà “per non avere commesso il fatto” Giulio Andreotti, Claudio Vitalone, Gaetano Badalamenti e Pippo Calò dall’accusa di essere i mandanti dell’uccisione del giornalista e Massimo Carminati e Michelangelo La Barbera dall’accusa di essere gli esecutori materiali dell’omicidio. Nel 2002 la Corte d’assise d’appello condannerà Giulio Andreotti e Gaetano Badalamenti a 24 anni di reclusione come mandanti dell’omicidio, sentenza che sarà annullata nel 2003 dalla Corte di Cassazione che assolverà sia i presunti mandanti sia i presunti esecutori materiali dell’omicidio, definendo le testimonianze dei collaboratori di giustizia “non attendibili”. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.itIl camorrista Pasquale Barra, ex «boia delle carceri» affiliato alla N.C.O. di Raffaele Cutolo, si rifiuta di rendere interrogatorio durante un’udienza sul ruolo della camorra nel sequestro di Ciro Cirillo da parte delle Brigate Rosse.Roma, 26 gennaio 1996. Maurizio Abbatino parla di Massimo Carminati e della sua partecipazione ad un agguato per vendicare l’uccisione di Franco Giuseppucci. Successivamente Carminati verrà assolto dalle accuse grazie all’alibi del suo ricovero presso l’Ospedale Militare Celio. Per ascoltare l’audio integrale dell’udienza: radioradicale.itRenato Vallanzasca parla dei suoi rapporti con i neofascisti durante l’interrogatorio del processo ad Ordine Nuovo. Il presente video contiene frammenti sparsi estrapolati dall’udienza. Per ascoltare l’audio integrale del processo radioradicale.it

Roma, 1996. Nel corso del processo alla Banda della Magliana, Massimo Carminati si confronta in aula con Maurizio Abbatino, il quale lo accusa di aver preso parte all’agguato Marchesi-Parenti (nell’ambito della faida per vendicare la morte di Giuseppucci) e di aver avuto accesso ad un deposito di armi presso il Ministero della Sanità. Carminati nega ogni addebito e verrà assolto dall’accusa del tentato omicidio Marchesi-Parenti grazie all’alibi del suo ricovero presso l’Ospedale Militare Celio. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.it

Nel corso del processo «Mafia capitale» (2017) l’imputato Massimo Carminati esprime il proprio disappunto in merito ad alcuni personaggi di romanzi, film e serie TV ispirati alla sua figura. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.itRaffaele Cutolo, boss della NCO, depone al processo sul ruolo della camorra nel rapimento dell’assessore Ciro Cirillo da parte delle Brigate Rosse. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.itRoma, 1996. Nel corso del processo alla Banda della Magliana viene interrogato il collaboratore di giustizia Cristiano Fioravanti, ex membro e co-fondatore del movimento eversivo di estrema destra denominato Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR). Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.itNapoli, 6 marzo 1985. Da un anno agli arresti domiciliari, il cantautore Franco Califano siede dinnanzi alla Corte. I reati a lui contestati sono gravissimi: associazione per delinquere di stampo camorristico e spaccio di stupefacenti. Secondo l’accusa il cantante non solo avrebbe spacciato cocaina per conto di Raffaele Cutolo ma sarebbe stato anche affiliato alla NCO. A pesare su di lui sono le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia (che si riveleranno del tutto infondate). Giovanni Melluso, detto «il bello», uno dei principali accusatori di Enzo Tortora, ha dichiarato di aver trascorso delle serate in un locale in compagnia di Califano e di avergli ceduto per conto di Francis Turatello ingenti quantitativi di cocaina. Melluso ha affermato anche di aver dormito in una casa del noto cantautore situata in Corso Francia, aggiungendo che «il Califfo» gli avrebbe scherzosamente toccato il sedere. Secondo il pentito Pasquale D’ Amico, ex luogotenente di Raffaele Cutolo, Califano non sarebbe un vero affiliato ma solo un fiancheggiatore e nel 1978 avrebbe cantato ad una festa dedicata a Raffaele Cutolo per poi ricevere come pagamento dal «Professore» circa 250 grammi di cocaina. Risultando del tutto estraneo ai fatti, Franco Califano sarà assolto con formula piena. Nel corso di un’intervista rilasciata nel 2010 al settimanale «L’Espresso», parlando del noto cantautore Melluso dichiarerà: «Devo chiedergli perdono, perché oltre a essere innocente, è stato al mio fianco in serate indimenticabili alle quali partecipava il boss Francis Turatello (…) Consumava cocaina, amava fare la bella vita e si circondava di donne, ma non è mai stato uno spacciatore: soltanto un grande artista che la camorra mi aveva chiesto di screditare». Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.itNapoli, 1986. Nel corso del processo alla Nuova Camorra Organizzata, Angelo Epaminonda, detto il Tebano, definisce «minchiate» le dichiarazioni di Gianni Melluso, specificando che Francis Turatello, nel corso delle sue attività clandestine, non ha mai venduto cocaina né altri tipi di droga. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.itBrescia, 29 settembre 2009. Processo per la strage di Piazza della Loggia. Il Pubblico Ministero Roberto Di Martino interroga il teste Pasquale Barra, ex killer e «boia delle carceri» della Nuova Camorra Organizzata. Rispondendo alle domande sull’omicidio del detenuto Ermanno Buzzi (avvenuto nel carcere di Novara nel 1981 ad opera dei neofascisti Mario Tuti e Pierluigi Concutelli), Barra afferma di non poter ricordare bene tutte le dichiarazioni in merito agli omicidi di cui è stato testimone, aggiungendo di averne realizzati ben 67 in prima persona. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.itPerugia, 1997. Nel corso di un’udienza del processo per l’omicidio di Mino Pecorelli, il collaboratore di giustizia Maurizio Abbatino, ex componente di rilievo della Banda della Magliana, perde la pazienza e minaccia l’avvocato Carlo Taormina durante un interrogatorio. Motivo del risentimento, le domande dell’avvocato in merito all’incolumità della famiglia di Abbatino. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.itNapoli, 1986. Confronto tra Renato Vallanzasca e Gianni Melluso nel corso di un’udienza del processo alla Nuova Camorra Organizzata (Prima parte). Tra gli argomenti trattati: Francis Turatello e la Milano anni ’70. Per ascoltare l’intero processo: radioradicale.itNapoli, 1986. Seconda parte del confronto tra Renato Vallanzasca e Gianni Melluso nel corso di un’udienza del processo alla Nuova Camorra Organizzata (Prima parte). Tra gli argomenti trattati: Francis Turatello e la Milano anni ’70. Per ascoltare l’intero processo: radioradicale.it

Napoli, 1986. Nel corso del processo alla NCO, l’ergastolano pluriomicida Vincenzo Andraous parla dell’omicidio di Francis Turatello da lui commesso nel 1981 presso il carcere di Nuoro assieme a Pasquale Barra, Antonino Faro e Salvatore Maltese. Andraous, che si autodefinisce «giustiziere di infami», nega di appartenere al clan di Cutolo e definisce l’omicidio Turatello una questione personale. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.it

Nel corso del processo alla Nuova Camorra Organizzata (1986) si scaldano gli animi durante il confronto tra Renato Vallanzasca e il pentito siciliano Salvatore Sanfilippo. Immediato l’intervento dei carabinieri. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.itNel corso di un’udienza del processo alla Nuova Camorra Organizzata, l’imputato Renato Vallanzasca racconta la vicenda dello schiaffo ricevuto da Raffaele Cutolo durante la sua detenzione nel carcere di Ascoli. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.it

Palermo, novembre 2000. Il mafioso Gaetano Badalamenti rilascia una dichiarazione nel corso di un’udienza del processo per l’omicidio del giornalista Giuseppe Impastato, assassinato in data 9 maggio 1978. Il corpo del trentenne di Cinisi viene rinvenuto sulla linea ferroviaria per Trapani completamente dilaniato da un’esplosione, accanto ad un binario divelto. «Impastato come Feltrinelli» scrivono alcuni giornali, accusando il giornalista di terrorismo. La notizia, tuttavia, ha ugualmente poco seguito poiché lo stesso giorno viene rinvenuto il corpo senza vita dell’onorevole Aldo Moro e tra le pagine dei giornali c’è davvero poco spazio per altri eventi. La madre, gli amici e i compagni di militanza di Impastato continuano a ripetere che si è trattato di un delitto mafioso, qualche giornale ipotizza il coinvolgimento della criminalità organizzata ma i carabinieri non sembrano avere dubbi: per loro si è trattato di suicidio. La campagna diffamatoria messa in atto da Cosa Nostra, tuttavia, non attecchisce sulla popolazione. Giuseppe Impastato, candidato di Democrazia Proletaria al comune di Cinisi, vince alle urne il 16 maggio e viene eletto simbolicamente al consiglio comunale. Dopo numerose indagini e perizie viene a galla la verità. La Stampa, 11 novembre 1978: «Giuseppe Impastato, l’attivista di Democrazia Proletaria dilaniato dallo scoppio di un ordigno sui binari della linea Trapani-Palermo, nei pressi di Cinisi, fu assassinato. Questa la conclusione del sostituto procuratore Domenico Signorino che, dopo avere esaminato le relazioni dei periti, ha deciso di formalizzare l’istruttoria per omicidio ad opera di ignoti, come avevano sostenuto la madre, il fratello e i compagni di partito della vittima. Non si esclude che i responsabili dell’omicidio siano i mafiosi della zona, implicati in illeciti edilizi che Impastato, fuori corso di architettura, attaccava violentemente dai microfoni di “Radio Aut”, un’emittente locale di cui era l’animatore. (…) Impastato, due giorni prima della tragica morte, in un comizio aveva rinnovato gli attacchi a parecchi esponenti politici della zona quasi sempre disposti a chiudere gli occhi davanti a episodi di malcostume. Fra l’altro Impastato, che chiamava il suo paese “Mafia City” aveva denunciato il caso di una licenza edilizia per un edificio di cinque piani che non poteva essere concessa. Militante del Partito Comunista Leninista, poi di Lotta Continua, Impastato era passato nelle file di Democrazia Proletaria dove si era messo subito in vista». Nel 2001 la Corte d’assise riconosce colpevole Vito Palazzolo e lo condanna a trent’anni di reclusione. L’anno seguente viene riconosciuto colpevole e condannato all’ergastolo anche Gaetano Badalamenti. Per ascoltare l’intera udienza: www.radioradicale.it

Nel corso di un’udienza per l’omicidio del camorrista Antonino Cuomo, (effettuato nel 1980 dal killer della NCO Pasquale Barra presso il carcere di Poggioreale) Raffaele Cutolo definisce quel delitto la causa della «paranoia» di Barra, in seguito divenuto collaboratore di giustizia. Tra gli argomenti affrontati nella deposizione: la morte di Francis Turatello, le dichiarazioni di Tommaso Buscetta e il clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia. Per ascoltare l’intero processo: radioradicale.itNel corso di un’udienza del processo alla Nuova Camorra Organizzata (1985), Renato Vallanzasca, accusato di far parte della NCO, si confronta con il «superpentito» di camorra Giovanni Pandico, detto «’o pazzo», uno degli accusatori di Enzo Tortora. Durante la discussione tra i due volano alcuni insulti. Per ascoltare l’intero processo: radioradicale.itTelefonate dei carcerieri del duca Massimiliano Grazioli Lante della Rovere sequestrato in data 7 novembre 1977 da un gruppo di malavitosi romani appartenenti alla nascente Banda della Magliana. Fino al febbraio del 1978 avranno luogo numerose trattative telefoniche con la famiglia, ma il duca verrà ucciso dopo aver visto in volto uno dei suoi carcerieri. I rapitori, che nel frattempo avevano mentito sulla permanenza in vita dell’ostaggio, incasseranno ugualmente il riscatto. Per ascoltare l’audio delle udienze del processo per il rapimento e l’omicidio Grazioli: visitate il sito radioradicale.itTelefonata dei carcerieri del duca Massimiliano Grazioli Lante della Rovere sequestrato in data 7 novembre 1977 da un gruppo di malavitosi romani appartenenti alla nascente Banda della Magliana. Fino al febbraio del 1978 avranno luogo numerose trattative telefoniche con la famiglia, ma il duca verrà ucciso dopo aver visto in volto uno dei suoi carcerieri. I rapitori, che nel frattempo avevano mentito sulla permanenza in vita dell’ostaggio, incasseranno ugualmente il riscatto. Al momento della telefonata, il duca è ancora vivo. Il giorno successivo, i malviventi comunicheranno il nome del somaro. Per ascoltare l’audio delle udienze del processo per il rapimento e l’omicidio Grazioli, visitate il sito radioradicale.itRoma, 26 aprile 1995. Nel corso di un’udienza del processo per il sequestro e l’omicidio del duca Grazioli (1977), l’ex componente della Banda della Magliana, Fulvio Lucioli, risponde in qualità di teste alle domande del Pubblico Ministero. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.itNapoli, 17 maggio 1985. Nel corso di un’udienza del processo alla Nuova Camorra Organizzata, il pentito Giovanni Pandico, si confronta con Vincenzo Andraous, uno degli assassini di Francis Turatello. Secondo Pandico, Andraous sarebbe un «camorrista mercenario», ed avrebbe ricevuto un compenso in denaro da Cutolo, a seguito del delitto Turatello, avvenuto nel carcere di Nuoro nel 1981. Andraous, invece, sostiene da sempre di aver compiuto quell’omicidio (assieme a Barra, Faro e Maltese) per motivi personali e nega inoltre di essere affiliato alla camorra. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.itPerugia, 1° aprile 1998. Nel corso di un’udienza del processo per l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli, il pubblico ministero interroga la testimone Fabiola Moretti, ex compagna di Danilo Abbruciati e amica di infanzia di Enrico De Pedis, entrambi personaggi di grande rilievo nella Banda della Magliana. Tra gli argomenti trattati: il presunto coinvolgimento di Massimo Carminati nel delitto Pecorelli. Nel 1999 la Corte d’assise di Perugia assolverà “per non avere commesso il fatto” Giulio Andreotti, Claudio Vitalone, Gaetano Badalamenti e Pippo Calò dall’accusa di essere i mandanti dell’uccisione del giornalista e Massimo Carminati e Michelangelo La Barbera dall’accusa di essere gli esecutori materiali dell’omicidio. Nel 2002 la Corte d’assise d’appello condannerà Giulio Andreotti e Gaetano Badalamenti a 24 anni di reclusione come mandanti dell’omicidio, sentenza che sarà annullata nel 2003 dalla Corte di Cassazione che assolverà sia i presunti mandanti sia i presunti esecutori materiali dell’omicidio, definendo le testimonianze dei collaboratori di giustizia “non attendibili”. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.itPalermo, 1° febbraio 1999. Nel corso di un’udienza del processo a Marcello Dell’Utri, il collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta risponde alle domande del pubblico ministero in merito alle frequentazioni, avute in passato, con alcuni esponenti della criminalità organizzata. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.it

Napoli, 1984. Nel corso di un’udienza del processo alla NCO di Sant’Antimo, l’ex killer e «boia delle carceri» Pasquale Barra, racconta la propria versione dei fatti in merito alla morte del boss della Nuova Famiglia di Pagani, Salvatore Serra, detto «Cartuccia», avvenuta nel carcere di Ascoli Piceno nel 1981. Per ascoltare l’intero processo: radioradicale.it

Roma, 20 giugno 1995. Marcello Colafigli, ex componente di spicco della Banda della Magliana, risponde ad alcune domande preliminari del Presidente della Corte, nel corso di un’udienza del processo per il rapimento del duca Massimiliano Grazioli. Per ascoltare l’intero processo: radioradicale.itPalermo, 23 luglio 1986. La giornalista Rita Dalla Chiesa, figlia del generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, assassinato dalla mafia nel 1982, testimonia in aula nel corso del Maxi processo. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.itRoma, 1995. ll collaboratore di giustizia Antonio Mancini, ex componente della Banda della Magliana, depone in qualità di testimone nel corso di un’udienza del processo per il sequestro del duca Massimiliano Grazìoli Lante della Rovere, avvenuto nel 1977. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.itRoma, 5 febbraio 1987. Rossano Cochis, ex componente della Banda Vallanzasca, è imputato assieme ad alcuni militanti di estrema sinistra nell’appello del processo 7 aprile. Accusato di aver partecipato a determinati tentativi di rapina, il Cochis, pur affermando di essere stato un rapinatore, nega il proprio coinvolgimento nei fatti del processo. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.itPalermo, 3 luglio 2015. Il collaboratore di Giustizia Luigi Giuliano, detto «’o Rré» ex boss dell’omonimo clan della camorra, risponde in qualità di teste alle domande del pubblico ministero nel corso di un’udienza del processo sulla presunta trattativa Stato-mafia. Il Giuliano, parla dei suoi rapporti con Cosa Nostra e ripercorre alcune tappe della propria carriera criminale, da giovane contrabbandiere, fino ai vertici della Nuova Famiglia: il cartello camorristico al centro della sanguinosa faida, contro la N.C.O. di Raffaele Cutolo. Per ascoltare l’intero processo: radioradicale.itPerugia, 4 maggio 1998. Il collaboratore di giustizia Giovanni Brusca, ex membro di Cosa Nostra, depone in qualità di teste nel corso di un’udienza del processo per l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli. Nel corso dell’interrogatorio, Brusca afferma di avere «la coscienza a posto», poiché, a suo dire, tutti i delitti da lui commessi non avrebbero avuto motivazioni personali. Entrato a far parte di Cosa Nostra tra il 1976 e il 1977, il teste affronta vari argomenti legati alle vicende a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.itPerugia, 1997. Nel corso del processo per l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli, il collaboratore di giustizia Maurizio Abbatino depone in qualità di testimone. Abbiamo selezionato tre frammenti nei quali il teste fa riferimento ai rapporti tra la Banda della Magliana e l’organizzazione capeggiata da Francis Turatello. Per ascoltare l’intero processo: radioradicale.itRoma, 8 marzo 2006. Silvano Maritan, ex componente della «Mala del Brenta» depone in qualità di teste al Processo Calvi. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.itNapoli, 25 ottobre 1991. Il boss della camorra Lorenzo Nuvoletta è imputato in base all’art. 416 bis c.p. e presenzia in aula per rispondere ad una lunga serie di accuse. Nel corso del dibattimento Nuvoletta avverte un malore. Ne scaturisce un acceso dibattito tra avvocati della difesa e Pubblico Ministero. Per ascoltare l’intera udienza: radioradicale.it