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«Scopre il sesso a cinquant’anni. Ora lo insegna ai tedeschi». La storia di Helga Goetze (1973)

Redazione Spazio70

«I miei vicini? Adesso si sono rassegnati: hanno capito che non sono una prostituta»

«Helga Goetze è sposata e ha sette figli. Durante una vacanza a Palermo ha conosciuto un focoso siciliano. “Da quel momento — dice — sono rinata a una nuova vita”. Poi, in Germania i suoi incontri con gli uomini si sono moltiplicati. Quanti? “Trenta o quaranta” ammette. Un’esplosiva dichiarazione alla Tv e le lezioni nei centri giovanili. E la famiglia? Confessa: “Vedendomi felice, anche loro sono felici”. Helga Goetze parla senza imbarazzi. Dice: “Ho scoperto l’amore a Palermo, a 46 anni. Ho avuto 7 figli e mai un fremito, non ero mai stata baciata sulla bocca. In Sicilia ero in vacanza con mio marito ed è stato lui a conoscere Giovanni. In quei giorni Giovanni era solo: la moglie e le figlie erano a Catania. Nelle gite in carrozzella, Giovanni e Kurt, mio marito, parlano; fanno amicizia. Accade che io e Giovanni andiamo a letto ed è come scoprire una nuova vita. Per lunghi anni fra me e Kurt c’erano stati amplessi freddi, meccanici: l’orgasmo era qualcosa di sconosciuto. Credevo di essere una donna frigida; ma con Giovanni la mia vera natura si rivela, tumultuosamente. Non posso tacere e Kurt comprende: ‘Purché tu non ci abbandoni’, dice. Non lascio Kurt e i ragazzi: Giovanni viene da noi in Germania, naturalmente nella nostra casa; passiamo un’indimenticabile vacanza a Salsomaggiore. Anche Giovanni è trasformato, ma la moglie, una maestra, ha una mentalità chiusa, non è come mio marito. Pretende che Giovanni non abbia evasioni erotiche con me, e Giovanni, dopo due anni, deve chinare la testa, rientrare nel suo grigio mestiere di impiegato, in quella sua famiglia senza orizzonti. Ma io non mi rassegno, non torno indietro”.

«ORA CHE MAMMA È FELICE, SIAMO TUTTI FELICI»

Helga Goetze

Frau Helga è stata baciata sulla bocca, ha conosciuto l’amore, ma neppure Giovanni, focoso siculo, è riuscito a darle un orgasmo. Dice Helga Goetze: “L’orgasmo non è importante”. Ma non deve essere così, se — dopo l’abbandono di Giovanni — pubblica sul St. Pauli nachrichten (il giornale amburghese del peccato) questo annuncio: “Signora è desiderosa di incontri intelligenti per godersela una volta alla settimana”.

Domando: “Helga, quante risposte ha avuto al suo annuncio?”


Risponde: “Circa duecento”.

Domando ancora: “Ma quanti sono stati i suoi incontri sessuali?”

Helga fa un po’ i conti, risponde: “Trenta o quaranta”. E finalmente, ammette, raggiunge l’orgasmo.


Helga apre una cartella gonfia di fogli, sono le sue poesie, recita versi: “Questo amore senza provare lascia la gente come bambini”.

Domando: “Helga, queste sue prove lei le fa anche in casa?”

Risponde rapida, alzandosi: “Certo, quando sono qui nella mia stanza, mio marito e i miei figli sanno che devono lasciarmi in pace. Giro la chiave e faccio quello che voglio”.


Squilla il telefono; Helga, poi, mi racconta: “E’ un giornalista di 30 anni, è sposato; sabato forse facciamo l’amore”. Helga continua: “Gli uomini pensano che una donna debba dedicarsi soltanto al marito e ai figli. Ma una donna ha diritto a una vita sua e a cinquant’anni non è inaridita sessualmente, anzi”.

“E’ questo il suo provare e riprovare? E i suoi vicini non hanno protestato?”.

Helga sorride: “Sì, ma adesso si sono rassegnati: hanno capito che non sono una prostituta”.


Domando: “Helga, lei accetta denari o regali dai suoi uomini?”

Risponde: “In linea di principio no; tuttavia a volte il tempo per me è prezioso quanto per loro e allora gli dico: pagatemi per le ore che vi ho dedicato”. Frau Goetze spiega: “L’incontro con i miei uomini non è esclusivamente sessuale, ci parliamo; tentiamo di risolvere insieme i nostri problemi. Peccato che molti, troppi uomini non siano cresciuti”.


Helga prende un libro da una sedia, s’intitola “La rovina degli uomini”. E’ il saggio di un sociologo tedesco, Volker Elis Pilgrim. Dice Helga: “Wilfrid sostitene che tuttora, nonostante le lotte femministe, la donna è una parte dell’uomo; e sentenzia: ‘Tu sei la donna più grande del mondo perché hai dimostrato che, anche nell’amore, uomini e donne si equivalgono’. Helga depone il libro e aggiunge: “Wilfrid è un mio amante; presto verrà a trovarmi ad Amburgo”.

Squilla il telefono, lei risponde aspra; mi spiega: “Era un ragazzo che voleva fare l’amore con me; gli ho risposto: cercati una ragazza della tua età, io non sono una nave scuola.”

Domando: “Ma non ha aperto un consultorio sessuale e non insegna al Fabrik, il centro per la gioventù di Amburgo?”
Risponde: “Sì, ma le mie sono lezioni scientifiche, non pratiche”.


Su una parete è attaccato una specie di diploma nel quale si certifica che Helga Goetze, nata a Magdemburgo nel 1922, è abilitata all’insegnamento della sessuologia. Helga Goetze ha, dunque, avuto la folgorazione erotica per sé e per gli altri?

Dice Frau Helga: “La mia pratica, , ho provato e continuo a provare tutto, deve servire da scienza per gli altri; per quelli che devono imparare”.


Ma non tutti si accontentano di lezioni teoriche: all’indirizzo di Fischbeker Holtweg 49 arrivano valanghe di lettere con richieste esplicite. Scrive un arzillo uomo di mezz’età da Parigi: “Madame Helga, j’ai été creé pour l’amour; sono fatto per l’amore, come lei. L’aspetto qui in Francia”.

Ed ecco una lettera da Lecce, un’altra da Bari, una terza da Reggio Emilia: è di un docente universitario che descrive, con realismo, le sue imprese amatorie e poi propone a Helga, “vediamoci al Brennero, sarà un incontro memorabile”. Insomma, a tutti loro interessa la pratica, non la grammatica. Ma Helga si riserva il diritto di scegliere per il suo diletto ed è convinta di essere una specie di “Giovanna D’Arco del sesso”.

Annuncia: “Sono contro la repressione; questo ho voluto dire quando ho parlato alla Tv; mi sentivo una prostituta per tutti i 31 anni che sono stata a letto con mio marito senza sentir nulla perché quello era il mio dovere e non adesso che faccio l’amore liberamente”.

Negli scaffali ci sono volumi di psicologi, di sociologia, il famoso rapporto Kinsey, eccetera. Dice, con modestia, Frau Helga: “Sono un’autodidatta”. Squilla il telefono, Helga risponde: “Vedremo, vedremo”.

Un altro convegno? Helga annuisce e aggiunge: “Sono come una grande mamma che distribuisce l’amore”.

Kurt Goetze, il marito bancario, è in vacanza all’isola d’Elba, non si preoccupa: Helga fa tutto in famiglia. Swanhild, 14 anni, in blue jeans, capelli lunghi, pizzica la chitarra nella stanza accanto, dice: “Ora che la mamma è felice siamo tutti felici”.

Una missionaria del sesso? Forse è troppo: forse è soltanto una donna, non bella, che non si vergogna del suo gagliardo appetito. Dice sulla soglia: “Mi saluti l’Italia”. E’ una frase stupida, ma in Italia lei ha avuto la rivelazione della sua inesauribile disponibilità all’amore e gliene sarà grata per sempre».