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Morire in strada a 17 anni. La rapina Nar che costerà la vita ad Alessandro Caravillani

Redazione Spazio70

Caravillani, liceale diciassettenne, si era trovato di passaggio nel mezzo del conflitto a fuoco

Roma, 5 Marzo 1982, ore 10:30. Un commando dei Nuclei Armati Rivoluzionari sta effettuando una rapina presso la Banca Nazionale del Lavoro di piazza Irnerio. All’interno dell’agenzia 2 della BNL, tra personale e clienti, ci sono all’incirca una sessantina di persone. I neofascisti Roberto Nistri, Fabrizio Zani e i fratelli Ciro e Livio Lai si trovano all’interno dell’edificio mentre a coprire l’azione dall’esterno ci sono Giorgio Vale, Francesca Mambro e Stefano Procopio. Dopo aver disarmato un vigilante, Nistri scandisce a voce alta il tempo che resta per portare a termine l’operazione: «Mancano trenta secondi… venticinque… venti… più veloci, presto!». Nel frattempo Zani e i fratelli Lai svaligiano le casse in fretta e furia. Per strada un passante si accorge di quanto sta accadendo e allerta una volante della polizia in transito nelle vicinanze. Si precipita sul posto anche una vettura guidata da un poliziotto in borghese, l’agente venticinquenne Paolo Espa. Il giovane poliziotto si prepara subito ad agire con la pistola in pugno.

Accorrono alcune guardie giurate da un’altra filiale e nel frattempo l’allarme è giunto alla centrale di polizia che ha inviato altre volanti. La banca è circondata: sta per avere inizio una violentissima sparatoria.

UNA RAFFICA DI M 12 COLPISCE IN PIENO FRANCESCA MAMBRO

Il corpo senza vita di Caravillani

I primi colpi di pistola esplosi dai terroristi posizionati in strada colpiscono l’agente Espa ad una gamba, al dorso e al braccio destro, tuttavia, il poliziotto riesce ugualmente a rispondere al fuoco e centra Livio Lai all’altezza del cuore. Il neofascista cade a terra ma dopo qualche secondo si rialza, dolorante ma illeso, grazie al suo giubbotto antiproiettile. Una volta in piedi continua a sparare. Sparano anche Vale e la Mambro mentre si accodano alla «pioggia di piombo» tutti gli agenti accorsi sul posto. La zona circostante è molto trafficata (nei pressi della piazza c’è un mercato) e tra i proiettili vaganti si odono delle grida. Alcuni passanti restano feriti e non risulta illeso neppure lo schieramento delle forze di polizia.

Dopo alcuni minuti di fuoco ininterrotto i terroristi escono dalla banca e riescono a darsi alla fuga. Fabrizio Zani si getta nella folla del mercato e una volta mischiatosi ai passanti riesce a tornare a casa in autobus. Francesca Mambro e i fratelli Lai salgono sulla Volkswagen Jetta guidata da Procopio. Roberto Nistri e GiorgioVale, invece, corrono a piedi inseguiti da alcuni agenti. La Volkswagen si ferma di colpo per soccorrere Nistri e Vale. A quel punto si spara di nuovo e una raffica di M12 colpisce in pieno Francesca Mambro. La ragazza versa in condizioni gravissime, è ferita alla schiena, al ventre e all’inguine ma è ancora viva. Dopo una fuga rocambolesca i suoi camerati la lasceranno in fin di vita nei pressi del pronto soccorso dell’ospedale Santo Spirito.

IL CORPO SENZA VITA DI UN GIOVANISSIMO

La minaccia di rappresaglia da parte dei Nar dopo la cattura di Francesca Mambro

Nel frattempo un innocente ci ha appena rimesso la vita. All’imboccatura di via Accursio, disteso sull’asfalto in una pozza di sangue accanto al marciapiede, c’è il corpo senza vita di un ragazzo giovanissimo.

Alessandro Caravillani, liceale diciassettenne, si è trovato di passaggio nel bel mezzo del conflitto a fuoco. Dopo una prima ferita al ginocchio è stato raggiunto alla testa da un proiettile di rimbalzo che si è rivelato fatale.

La sentenza 29 luglio 1986 della Corte di Assise di Roma (Sez. V, f. 530) affermerà che il colpo letale partì dal fucile d’assalto Sig. Manurhin mod. F.S.A. MR 222 Rem di Livio Lai. Pur essendo l’esecutore materiale dell’omicidio, grazie alla dissociazione Lai riceverà una condanna a 15 anni di detenzione (che diventeranno 22 con l’aggiunta altri reati). Fabrizio Zani, Roberto Nistri e Francesca Mambro saranno invece condannati all’ergastolo. Ad Alessandro Caravillani saranno intitolati il liceo artistico da lui frequentato e l’area nella quale fu ucciso (Largo Alessandro Caravillani)