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Quanto costa andare in macchina? (settembre 1978)

Redazione Spazio70

Gli aumenti riguardano tutte le categorie di auto: dalle parsimoniose «126» fino alle imponenti berline tedesche

«Un dossier di 48 pagine, dall’elegante copertina blu, preparato dall’Ufficio Studi dell’Automobile Club d’Italia, condensa in tabelle e tabelline irte di cifre le lamentele degli automobilisti italiani, che si accorgono, anno dopo anno, di spendere sempre più per mantenere le proprie vetture. Dai dati scaturiscono note dolenti per chi va in macchina. I costi di esercizio sono in continuo aumento e forse cresceranno ancora, specie se, prima o poi, arriverà la ‘stangata’ di un’altra maggiorazione del prezzo della benzina. Vogliamo fare un esempio? Prendiamo la Fiat 126 (594 cc): nel 1973 chi percorreva mediamente 10 mila km all’anno, spendeva poco più di 37 lire per chilometro; un primo balzo nel ’74 (53 lire), un’impennata nel ’76 (83 lire), poi una inarrestabile ascesa, sino alle 107 lire del 15 giugno ’78. Non parliamo delle grosse cilindrate: una Mercedes 250 (2525 cc) è passata dalle 118 lire del ’73 alle 446 della stagione in corso. Gli ultimi dati aggiornati si riferiscono a metà giugno. Quelli precedenti risalivano ai 15 febbraio e, a loro volta, sostituivano i calcoli del 1 luglio 1977. Dal luglio ’77 al febbraio ’78, sempre facendo riferimento ad una percorrenza annua di 10 mila km, i costi di una vettura media erano aumentati di circa il 12% (da un minimo del 3,3 per alcune utilitarie ad un massimo del 16,3% per modelli di prestigio). Ciò per gli incrementi dei prezzi di listino delle vetture (dal 3,6 al 17%), delle spese di trasporto fabbrica concessionario e di immatricolazione (15% in più) e di quelle di manutenzione e di riparazione (ricambi e mano d’opera, 30%), della Rca con particolare riferimento all’estensione della copertura per i terzi trasportati.

«GIÀ OGGI PER L’ECCESSIVO CARICO FISCALE L’AUTOMOBILISTA ITALIANO VIAGGIA MENO DI QUELLI EUROPEI»

La lievitazione dei costi è continuata in modo consistente nel breve periodo febbraio-giugno 1978. Qualche cifra: per le auto a benzina aumenti da un minimo dello 0,40% (per modelli fino a 600 cc) ad un massimo del 19,26 (da 600 a 800 cc); per quelle a gasolio l’oscillazione è compresa fra il 4 e il 17% in più con riferimento ad una percorrenza media annua di 20 mila chilometri. Note poco allegre anche per chi usa ciclomotori e motocicli: si va da 0,06 a 13,26%. Com’è possibile che in quattro mesi si sia registrata una così pesante ed ulteriore impennata dei costi?

“In questo periodo — precisano gli specialisti dell’Aci — sono aumentati i prezzi di listino (1-10% in più) di quasi tutti i modelli presi in esame, le spese per la cosiddetta “messa in strada” (imposte di bollo e di registro) e gli oneri fiscali gravanti sui premi di assicurazione. Altri aumenti hanno riguardato i pneumatici, alcuni ricambi e gli importi della tassa di circolazione, che sono stati riportati ai livelli in vigore nel ’73”.

Il dossier prende in esame 249 modelli di auto e 41 tipi di ciclomotori e motocicli I dati di base impiegati nel calcolo dei costi di esercizio sono stati desunti dai listini delle Case costruttrici e delle aziende collaterali. Un microcomputer ha provveduto alla relativa elaborazione. E se la benzina aumentasse di 100 lire al litro? In termini di spesa per gli automobilisti, tale aumento significherebbe (sempre con una percorrenza media annua di 10 mila km) un maggior onere di 63 mila 700 lire per mantenere una Fiat 126, di 80 mila per una 127, di 95.200 per una 128, di 105 mila per l’Alfasud berlina e di 117 mila per la 131/1300. La conseguenza sarebbe una sola: una ulteriore contrazione nel numero dei chilometri percorsi ogni anno. Già oggi per l’eccessivo carico fiscale l’automobilista italiano viaggia meno di quelli europei».