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«Non c’è più posto all’inferno»: arrivano gli zombi di Romero (1978)

Redazione Spazio70

Nel 1977 avviene il fatidico incontro tra George A. Romero e Dario Argento. Grazie al regista italiano sarà possibile realizzare il film

Nel settembre del 1978 le sale cinematografiche italiane si apprestano a proiettare in prima visione Dawn of the Dead di George A. Romero, secondo capitolo della saga dei morti viventi iniziata dieci anni prima con Night of the Living Dead. La versione italiana del film, dal titolo Zombi, si avvale delle suggestive musiche dei Goblin, storico complesso rock-progressive nostrano che ha acquisito fama internazionale grazie alle colonne sonore dei film Profondo Rosso e Suspiria, entrambi di Dario Argento, co-sceneggiatore e co-produttore della nuova pellicola di Romero.

«ROMERO? È UN PESSIMISTA NATO»

locandina-zombi - Uni Info NewsAnche questa volta l’autore si avvale dell’horror per trattare temi di natura politica e sociale. Dopo aver sfrondato l’orrore dai suoi orpelli gotici il regista lo ha trasportato nella quotidianità reinventando la figura dello zombi, ormai non più relegata all’originario contesto magico-esoterico del voodoo caraibico. Il morto vivente romeriano è l’uomo della società dei consumi: un essere senza coscienza, barcollante, inconsapevole, mosso unicamente da un istintivo bisogno di nutrirsi, di consumare. Il film, non a caso, si svolge nel tempio della modernità: un grande centro commerciale, è lì che si rifugiano i protagonisti assediati da orde di famelici cadaveri ambulanti. «Romero è un pessimista nato — riferisce Dario Argento ai giornalisti poco prima dell’uscita del film — e le sue visioni del mondo sono sempre apocalittiche. Zombi è incentrato su un mito molto diffuso nei Caraibi, il mito dei morti che vengono richiamati a vivere. Zombi, infatti, è un film molto aggressivo in cui si vedono gli Stati Uniti invasi dai morti»¹.

Dopo l’esperienza a bassissimo budget di Martin, pellicola generalmente sottovalutata ma molto interessante nel modo in cui riscrive il mito del vampiro, nel 1977 avviene il propizio incontro tra George Romero e il suo collega italiano, divenuto ormai una celebrità anche all’estero grazie al successo internazionale di Profondo rosso. I due si stringono la mano per la prima volta a New York e discutono a lungo del nuovo progetto sui morti viventi. Dario Argento è il più entusiasta e motivato e si assume subito l’arduo compito di reperire al più presto tutti i soldi necessari alla realizzazione delle riprese, in cambio ottiene i diritti di distribuzione del film in Europa. Della sceneggiatura si occupa quasi interamente Romero, scrivendola tra gli Stati Uniti e Roma con qualche piccolo contributo del suo nuovo amico italiano (che per la versione europea curerà anche il montaggio e la selezione dei brani dei Goblin).

Le riprese hanno luogo in Pennsylvania tra l’autunno del 1977 e i primi mesi del 1978. La location principale è un vero centro commerciale: il Monroeville Mall di Monroeville, regolarmente aperto durante il periodo di lavorazione del film, condizione che costringe la troupe a lavorare di notte, con la raccomandazione di far sparire entro le 07.00 del mattino tutto il sangue riversato sul pavimento, un sangue «di pessima qualità», come lo definirà anni dopo Tom Savini, il responsabile degli effetti speciali, già collaboratore di Romero ai tempi di Martin: «Il sangue usato in Martin era di qualità terribile, credo fosse lo stesso utilizzato per Dawn of the Dead. Sembrava gessetto sciolto, era orribile. Era sangue di scena che andava bene in teatro ma nei film dava un risultato pessimo. In quel periodo non esisteva ancora la formula di Dick Smith, che ora è il sangue standard per qualsiasi tipo di film».

Quel fluido bizzarro dal colore irreale, quasi brillante, risulta tuttavia efficace, poiché contribuisce ad apportare una simpatica impronta fumettistica alle atmosfere del film. Anche il trucco degli zombi è decisamente blando rispetto agli elaboratissimi morti viventi dei capitoli successivi (con Day of the Dead Savini raggiungerà l’Olimpo degli effetti speciali) ma pur sempre in modo funzionale al messaggio dell’autore, poiché uno zombi visivamente molto simile ad un normale essere umano sottolinea in maniera più convincente e incisiva il sottotesto socio-politico presente nel racconto: i veri morti viventi, nella società dei consumi, siamo tutti noi.

GLI ZOMBI A ROMA COSTANO DI PIÙ

Il film viene presentato in anteprima assoluta in Italia (V.M. 18) con le prime proiezioni a Torino e Milano all’inizio di settembre del 1978. La versione destinata al mercato europeo, tagliata e rimontata da Dario Argento con le musiche dei Goblin, risulta piuttosto diversa da quella curata da Romero per gli Stati Uniti. «Lui [Romero] aveva fatto fare le musiche ad un suo parente — afferma Dario Argento in un’intervista — e non erano, secondo me, corrispondenti al film. Lui allora mi chiese: “Tu cosa vorresti fare? io intanto proseguo con la mia versione”. Lui proseguì e proseguii anche io e feci proprio la versione che adesso vediamo. All’iniziò si disturbò molto perché era diversa dalla sua, era più corta, aveva la musica molto presente, molto forte, come era a quell’epoca, no? il rock progressive eccetera, quindi all’inizio non fu molto convinto, poi però pian piano, nel corso del tempo, cominciò ad amarla, tanto che alla fine accettò che questa versione fosse distribuita anche negli Stati Uniti»².

Giunto a Roma, il film porta con sé una serie di polemiche dovute all’aumento del prezzo del biglietto.

Dal Corriere della sera di venerdì 8 settembre 1978:

«Per vedere gli “zombi”, cadaveri che tornano sulla Terra quando all’inferno non c’è più posto e che si nutrono di carne dei vivi, i romani dovranno pagare 3000 lire. Da ieri infatti, in occasione del film Zombi di George A. Romero in collaborazione con Dario Argento, i biglietti dei cinema Metropolittan e Fiamma sono passati da 2.500 a 3.000 lire. Il film era uscito qualche giorno fa a Milano con il biglietto ancora fermo a 2.500. Ma l’enorme affluenza di pubblico deve avere consigliato di aumentare il prezzo nella capitale. Il rialzo è stato deciso dall’ECI (Esercizi Cinematografici Italiani), proprietario dei due locali di Roma e anche di quello di Milano, dietro richiesta della compagnia distributrice, la Titanus. Il motivo ufficiale sarebbe l’eccessiva durata del film e l’incredibile ressa di spettatori verificatasi a Milano, che ora con l’aumento del prezzo del biglietto a Roma dovrebbe essere scongiurata. È una motivazione abbastanza paradossale: dal momento che troppi spettatori vogliono vedere un film, invece di aumentare le sale dove viene programmato, il distributore decide di scoraggiare l’afflusso aumentando i prezzi. La notizia ha ancora più dell’incredibile se si tiene conto delle difficili condizioni in cui versa l’industria cinematografica: diminuiscono i film prodotti, chiudono molte sale cinematografiche, aumenta la disoccupazione del settore, calano gli spettatori e gli incassi. Nell’ultima stagione, quella ’77-’78, sono stati prodotti 84 film italiani in meno e gli incassi delle prime visioni sono scesi da 95 a 89 miliardi. Davanti a un panorama così preoccupante, la decisione di aumentare il prezzo d’ingresso al cinema rischia di assestare un colpo mortale al settore».

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Note

1 «Tornano a vivere in “Zombi” i morti di Argento e Romero», La Stampa, n°104 – 23 agosto 1978.

Intervista di Bad Taste a Dario Argento