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Bottiglie molotov contro Santana: interrotta la tournée in Italia (1977)

Redazione Spazio70

L'Italia degli anni '70 si riconferma Paese «caldo» e ad alto rischio sicurezza per i grandi concerti

Due automobili ed un camion dati alle fiamme a colpi di bottiglie incendiarie, tre feriti, alcune decine di contusi, un giovane di 23 anni ricoverato in rianimazione con prognosi riservata, due arresti, diciotto fermi e sette zaini pieni di molotov sequestrati. È questo il bilancio finale del concerto di Carlos Santana tenutosi presso il Palasport di Torino la sera del 13 settembre 1977. Posto unico: lire 3000, si legge sui manifesti. Una cifra che gli autoriduttori definiscono eccessiva. La tournée italiana del noto chitarrista ha infatti dovuto affrontare le feroci polemiche sui prezzi fin dalla prima tappa, quella veronese del 2 settembre.

«BASTA CON L’INDUSTRIA DELLA MUSICA!»

«Questi giovani italiani devono capire che noi abbiamo dentro qualcosa e la vogliamo condividere con loro — afferma Santana — per far questo ci sono delle spese e ci sembra giusto che queste vengano divise». Gli autoriduttori però non ci stanno e la sera del concerto torinese, intorno alle ore 20.00, alcune centinaia di giovani si radunano distribuendo volantini attorno al Palasport, mischiandosi con il pubblico accorso per assistere al concerto. Alcuni attivisti sono a volto coperto, armati di spranghe, bulloni e bottiglie incendiarie. «Basta con l’industria della musica — gridano — no ai concerti a tremila lire!» Un clima di forte tensione si percepisce già ad inizio serata, tuttavia, l’area è presidiata da oltre 500 agenti in tenuta antisommossa. Il primo episodio di violenza si verifica intorno alle 20:30, mezz’ora prima del concerto, con un lancio di bottiglie incendiarie, sassi e bulloni contro le forze dell’ordine. La risposta dei militari non si fa attendere ed iniziano a volare i primi lacrimogeni.

Nel frattempo, in corso Rosselli, un gruppo di autonomi assalta un camion articolato della Zust Ambrosetti. Dopo aver scaraventato in strada l’autista, i manifestanti gettano tre bottiglie incendiarie all’interno del veicolo tramutando la cabina di guida in un’immensa torcia. La stessa sorte, subito dopo, tocca a due autovetture. Mentre continuano i violenti scontri con le forze di polizia, un ragazzo di 23 anni, Carlo C., viene colpito alla testa da un candelotto lacrimogeno esploso a distanza ravvicinata. Il giovane è riverso al suolo e finirà in rianimazione con una frattura al cranio. «Non è un autonomo — spiega agli agenti la ragazza che è con lui — stavamo entrando al Palasport quando ci siamo ritrovati in mezzo alla battaglia!». I disordini durano circa un’ora, in diverse aree, coinvolgendo anche le vie San Paolo, Lancia, Monginevro e Pollenzo. Due ragazzi finiscono in manette a seguito di un assalto ad un autobus mentre i carabinieri rinvengono una trentina di bottiglie incendiarie all’interno di alcuni zaini abbandonati per strada dai manifestanti.

File:Carlos-Santana in Hamburg 1.jpg - Wikimedia Commons

Dal quotidiano Lotta Continua:

«Torino: al concerto-speculazione dei Santana i giovani erano andati per parlare, la P.S. per caricare

Lunedì ore 21: grossa assemblea di giovani, fricchettoni, compagni, al circolo del proletariato giovanile Cangaceiros: all’ordine del giorno il concerto dei Santana della sera dopo. Già da una settimana a Torino era noto il prezzo incredibile del biglietto e tutti ne avevano già discusso, in pochi e tra amici. Oltretutto sono anni che il prezzo della musica è sul tappeto. Una lunga serie di interventi ricchi di indicazioni e di proposte sul terreno della musica in generale e del concerto dei Santana in particolare e poi si decide di organizzare un grosso volantinaggio, la discussione al Palazzetto sul prezzo del biglietto, sulla natura del “Prodotto Santana” e quindi, se fosse possibile il boicottaggio della vendita dei biglietti a 3 mila lire. Si esclude completamente la possibilità di “sfondare”: il discorso era di rifiutare totalmente la “merce Santana” come era stata proposta. Martedì ore 20: In circa 200 arriviamo con cartelli e volantini e ci si disperde tra la gente di fronte al Palazzetto cercando di discutere. Alcuni picchettano la biglietteria. Mentre si distribuiscono i primi volantini e si formano capannelli in cui si discute dell’eventuale blocco del concerto, tre gipponi di polizia arrivano velocemente e, ancora in movimento, cominciano a sparare lacrimogeni. Numerosi giovani vengono colpiti e qualcuno resta a terra».

«VIA I SERVI DELLA CIA!»

C'è qualcuno che fa (o ha fatto) radio?La sera successiva, a Milano, Santana ha in programma la sua terza data italiana. La location è il Velodromo Vigorelli, lo stesso luogo che nel luglio del 1971 ospitò i Led Zeppelin tra bottiglie molotov, lacrimogeni e scontri con la polizia. In quell’occasione fu sfiorata la strage e Jimmy Page affermò pubblicamente di non voler mettere mai più piede in Italia. Il timore generale è quello di una possibile replica del disastroso evento di sei anni prima, specialmente alla luce dei recentissimi fatti di Torino. Intanto i circoli del proletariato giovanile di Milano hanno già dichiarato di voler pagare soltanto 1000 lire per il biglietto di ingresso, definendo una «becera provocazione» la proposta dell’impresario musicale David Zard, organizzatore dell’evento, di ridurre il prezzo a 2.500 o 2000 lire. Le preoccupazioni generali, purtroppo, si riveleranno tutt’altro che infondate.

La sera del concerto la tensione è palpabile. Migliaia di giovani accalcati attorno al Vigorelli, alcuni dei quali a volto coperto, scandiscono in coro slogan contro la polizia e contro «i servi della CIA», lasciando trasparire intenzioni tutt’altro che pacifiche. L’evento musicale ha inizio. I militanti dell’autoriduzione però non demordono e spingono dall’esterno contro i cancelli di ingresso. Dopo meno di un’ora dall’inizio dell’esibizione, il primo varco cede sotto il peso della folla. In breve tempo vengono sfondate anche altre due entrate ed una fiumana di autonomi penetra senza pagare all’interno del velodromo. A quel punto accade ciò che tutti temevano: iniziano a volare i primi bulloni verso il palco. Alcuni spettatori in prima fila, colpiti di rimbalzo, restano lievemente feriti mentre una biglia metallica, rompendo un riflettore, provoca un corto circuito. La situazione degenera definitivamente quando compaiono anche le bottiglie incendiarie scagliate assieme ad alcuni stracci intrisi di benzina contro la torre degli altoparlanti. Santana e gli altri membri della band si dileguano rapidamente lasciando gli strumenti su un palco parzialmente in fiamme dinnanzi ad oltre diecimila giovani esagitati. Gli addetti alla sicurezza riescono rapidamente a domare l’incendio e dopo alcuni minuti sale sul palco David Zard che cerca un dialogo con i contestatori.

Dal Corriere della sera del 15 settembre 1977:

«David Zard, che ha cercato di calmare gli animi tentando di aprire una specie di dibattito: “Venga uno sul palco — ha detto — a spiegare le sue ragioni”. Ed ha aggiunto che “i Santana avrebbero ripreso a suonare subito dopo”. A David Zard ha risposto un giovane che si è definito “anarchico”. “Niente musica — ha detto — ma discutiamo e parliamo dei nostri problemi approfittando dell’occasione”. Terzo e ultimo “oratore” un rappresentante dei circoli giovanili proletari che ha inframmezzato il suo intervento con un nutrito vocabolario di bestemmie e volgarità. Ha tenuto a precisare che gli incidenti erano opera di “provocatori e non dei circoli che, al contrario, avevano assicurato nel pomeriggio, in cambio di una riduzione del biglietto d’ingresso (fissato originariamente a 2.500 lire) la tranquilla esecuzione del concerto per poter consentire a tutti di vibrare assieme, di ascoltare la musica e di amarsi”».

La serata si conclude qui. Santana non solo non riprende il concerto ma interrompe anche il resto della tournée. Dopo aver annullato le serate in programma alle feste dell’Unità di Modena e Roma, il chitarrista messicano prenderà il primo volo disponibile per Los Angeles, lasciandosi alle spalle la terribile esperienza italiana del ’77.