Qui potrai trovare una vasta rassegna di materiali aventi ad oggetto uno dei periodi più interessanti della recente storia repubblicana, quello compreso tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Ottanta del secolo scorso.
Il sito comprende sei aree tematiche e ben ventidue sottocategorie con centinaia di pezzi su anni di piombo, strategia della tensione, vicende e personaggi più o meno misconosciuti di un’epoca soltanto apparentemente lontana. Per rinfrescare la memoria di chi c’era e far capire a chi era troppo giovane o non era ancora nato.
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Roma, 6 gennaio 1981. Ore 23:30. Una Renault 5 sta transitando lungo via Cortina d’Ampezzo, in un quartiere residenziale nella zona nord della città. A bordo della vettura ci sono due giovani coppie di coniugi di ritorno da una cena in un ristorante sulla via Cassia. Il signor Franco Bottone è alla guida del veicolo. Al suo fianco c’è il signor Nino Moroni mentre ai sedili posteriori siedono le due consorti, le signore Laura ed Angela, sedute accanto a Roberta, la sorella di Nino. Giunto all’angolo con via Vallombrosa, il signor Bottone accosta l’auto sotto a un lampione ed inizia a rovistare nel cruscotto per cercare una nuova cassetta da inserire nel mangianastri. Non la trova, tuttavia, è sicuro che quel nastro si trovi proprio lì, quindi non si dà per vinto e continua a cercare mentre il motore del veicolo è ancora acceso.
Poco distante, nell’ombra, una pattuglia di poliziotti in borghese osserva con sospetto i movimenti che avvengono in quella vettura. Sono ore di grande tensione poiché nel pomeriggio in città c’è stato l’ennesimo omicidio a sfondo politico. Luca Perucci, militante neofascista di 19 anni, è stato ucciso a colpi di pistola nei pressi della sua abitazione. La Digos ha lanciato l’allarme su possibili rappresaglie, inoltre, una Renault 5 con a bordo alcuni terroristi è stata segnalata proprio in quella zona.
Due dei tre poliziotti decidono di avvicinarsi al veicolo. Gli agenti non sono in divisa e a giudicare dalle apparenze non hanno affatto un’aria rassicurante, difatti il signor Franco appena li vede li scambia per due rapinatori e accelera di colpo facendo ripartire l’auto con una sonora «sgommata». I poliziotti interpretano quella reazione identificando l’auto con quella segnalata dalla centrale. Uno degli agenti estrae la pistola e inizia a far fuoco.
Dopo aver forato la carrozzeria e il sedile in gommapiuma, un proiettile calibro 9 penetra nella schiena della ventottenne Laura Rendina, attraversando il cuore e un polmone per fermarsi poi contro lo sterno. Il decesso è quasi istantaneo. Dopo pochi metri, l’auto sbanda e viene accerchiata dagli agenti che con le armi in pugno intimano la resa, convinti di aver fermato dei pericolosi terroristi. Il signor Moroni si accorge della morte della moglie dopo aver notato delle goccioline di sangue sul sedile, mentre gli agenti sono intenti a perquisirlo. Le grida disperate dell’uomo saranno la conferma, da parte dei poliziotti, di un tragico e imperdonabile errore.
Nel 2018, con un commento sulla nostra pagina Facebook, il signor Bottone ha condiviso con noi la sua preziosa testimonianza:
«Sono Franco Bottone, oggi leggendo questo articolo così tragico, mi riporta a quella sera maledetta. Non volevo passare x via cortina D’ampezzo, mai fatta quella strada per tornare verso casa, facevo sempre via della Camilluccia.. purtroppo quando il destino vuole , non c’è scampo. All’uscita del ristorante in via Flaminia, mi sono cadute le chiavi , rimanendo a penzoloni più dentro che fuori , nel tombino … se fossero cadute dentro non avrei potuto recuperarle. Così per puro caso presi quella strada dove ad un certo punto mio cognato Nino mi fa : a Fra’ basta con queste canzoni Straniere , fammi sentire qualcosa delle nostre canzoni Italiane . Mi sono accostato vicino al marciapiede x fargli vedere dove fossero le cassette . Da lì , il Finimondo , sento le tre donne dietro : Aiuto battono con le pistole su i vetri, Scappa sono Rapinatori !! Io non ho fatto altro che accelerare x andare via … sono iniziati ad arrivare colpi di pistola . Il resto si sa dai giornali . Ma la verità è : i colpi sono stati 9 Di cui 5 nelll’abitacolo . Uno Mortale su mia cognata Laura , gli altri 4 ci hanno sfiorato a tutti . Mia moglie Angela era incinta di 3 mesi di mio Figlio . La sorella vicino a lei,Roberta ,20 anni. Poteva essere una Strage. Che comunque è avvenuta in seguito , perché la Famiglia Rendina è Stata quasi per intero Distrutta dal Dolore. È morto prima il Papa’ poi la Mamma , e poi Palo il Fratello. C’è rimasta Lilli che è una grande Donna . Nino Moroni mi cognato e’rimasto scioccato a vita, si era Sposato da pochi mesi . Morto anche lui due anni fa’ Coloro che Hanno Sparato non si sono degnati neanche di fare le scuse . Nei Giornali Esce una frase sibillina: poi vi faremo sapere chi èra Franco Bottone. ? Gli a detto male , sono un padre di Famiglia Lavoratore!!!!»