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Lo chiamavano «Turtle Face». Richard Conte, un ex cameriere alla corte di Elia Kazan

Redazione Spazio70

Da un articolo del quotidiano «La Notte» del settembre 1972

Richard Conte era noto a Hollywood al tempo della sua grande popolarità, negli anni Cinquanta, come «Turtle Face», faccia di tartaruga. E infatti la sua bocca fine e inquietante e le numerose rughe che gli solcavano il viso facevano pensare, anche se vagamente, al rettile che passa per essere l’animale più lento della creazione. E questo non è certamente il caso di Conte che possiede un’intelligenza brillante e vivissima, una solida cultura e un grande spirito.

Eppure la vita non gli ha permesso di fare degli studi molto spinti: nato a New York appena qualche mese dopo che i suoi genitori erano sbarcati dalla Sicilia nel 1909 (lui è del 1910 e ha perciò 62 anni), ha frequentato appena le elementari per poi mettersi a lavorare quando non aveva ancora 15 anni.

L’INCONTRO CON KAZAN

Una foto giovanile di Conte. L’attore avrà un finale di carriera in Italia (prima metà degli anni Settanta)

Dopo aver fatto tutti i mestieri, una decina d’anni dopo gli è capitata tra capo e collo l’occasione della sua vita: cameriere in un albergo del New Jersey si trovò un giorno faccia a faccia con Elia Kazan, regista di una compagnia di prosa che partecipava a un festival teatrale.

«Kazan che naturalmente non conoscevo, mi osservò un momento e mi disse: “Ti piacerebbe fare l’attore?” — racconta sorridendo —. Rimasi un momento soprapensiero e poi gli risposi: “Forse mi piacerebbe, ma non posso perché debbo lavorare per vivere”. A quell’epoca ne avevo talmente piene le scatole di fare il cameriere che molte volte avevo pensato di lanciarmi nella malavita».

Grazie a Kazan, il giovane cameriere potè gettare la giacca bianca alle ortiche e cominciare a frequentare la migliore scuola di recitazione di New York, nello stesso corso di Gregory Peck.

Durante la guerra, intorno al 1942, Richard Conte divenne molto popolare prima con dei film bellici, poi con dei gialli alcuni dei quali fanno oggi parte della storia del cinema. A causa della sua faccia gli affidavano in genere dei ruoli da gangster, insomma da carogna, tanto che a un certo punto tutti cominciarono a credere che lo fosse davvero.

IL RUOLO DI DON BARRESE NE «IL PADRINO»

Una delle sue specialità era quella dell’italo-americano, più o meno mafioso, per quanto all’epoca questo nome non si pronunciasse ancora negli Stati Uniti. Certamente per questo Francis Ford Coppola lo ha scelto come antagonista di Marlon Brando ne «Il Padrino», nel ruolo di Don Barrese.

«In origine mi era stato affidato il ruolo principale che poi mi è stato soffiato da Brando. Ma francamente non gliene voglio per questo — dice ridendo —. Come ho creato il mio personaggio? Sono di origine siciliana e ho passato un bel po’ di anni a Brooklyn per conoscere a memoria un certo tipo di italo-americano come quello descritto nel film. Credo di aver conosciuto degli uomini della mafia, ma naturalmente non farò nomi per quanto la cosa sia assai difficile da provare perché è chiaro che un mafioso non si presenta proclamandolo ai quattro venti».

Faccia di tartaruga porta con gioviale disinvoltura i suoi 62 anni e per dimostrare che si sente ancora verdissimo ha impalmato tre settimane fa una stupenda ex miss Universo che risponde al nome di Shirley e che a giudicare dagli sguardi amorosi che gli lancia continuamente deve essere la sua più grande ammiratrice.

Lui, dopo un periodo di parziale eclissi, si prepara a intraprendere una nuova carriera trionfale grazie a questo film che ha offerto a lui come a Brando la più grande occasione della loro carriera e che si annuncia come uno dei più straordinari successi di questi ultimi anni.