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«Freda e Ventura? Un nazista e un socialista». Giorgio Almirante sul terrorismo nero

Redazione Spazio70

Da un'intervista di Corrado Incerti per il settimanale L'Europeo (1974)

È opinione comune che con i fascisti non si parla, è anche giusto. In questo caso, tuttavia, le accuse e le rivelazioni sono tali che sarebbe falso antifascismo farle passare sotto silenzio. Se potessero essere provate si aprirebbe un altro piccolo spiraglio sulle trame che infestano l’Italia, se potessero essere smentite dimostrerebbero una volta di più la responsabilità del MSI e del suo segretario perlomeno sul reiterato tentativo di inquinare le acque.

Onorevole Almirante, per la bomba scoppiata sull’Italicus lei ha cercato di accreditare una “pista rossa”. Non mi sembra che gli sviluppi siano per lei positivi.

«Come sempre succede in questi casi, gli sviluppi sono decrescenti. Scoppia una bomba, dopo cinque o dieci minuti essa viene definita fascista o di matrice fascista. Nei giorni successivi saltano fuori di solito due piste una nera e una rossa. Si fanno dei nomi, si ferma della gente, si interroga. Poi le due piste, l’una e l’altra, sfumano e dopo qualche settimana gli italiani si preparano ad una nuova bomba, della precedente si sono dimenticati. Ma quella di prima resta comunque archiviata con il marchio fascista. È un gioco che è iniziato nel 1969».

Nel 1969 non direi. Ricordiamoci di Valpreda.

«Per la verità nel 1969 si parlò di Valpreda. Diciamo allora che il gioco è cominciato più tardi, dal giorno del rovesciamento delle responsabilità politiche in ordine al Valpreda. È piaciuto e si è andato avanti per questa strada».

Ma troppe volte riscontri obiettivi hanno provato la responsabilità di destra. Anche oggi il suo supertestimone avrebbe mutato versione dichiarando di destra i giovani visti nello scantinato dell’istituto di fisica.

«Non è vero e poi davanti a chi?»

Secondo mie informazioni, non davanti al magistrato.

«Che significa non davanti al magistrato?»

Davanti alla polizia, per esempio. E ci sarebbe un verbale.

«E di quali mezzi si servono gli organi di polizia per far dichiarare certe cose? Da quando lo ha interrogato il magistrato di Bologna, il teste, se le mie informazioni sono precise, non ha ritrattato nulla, ha confermato la prima versione ma in una parentesi nel corso della quale il teste era sfuggito alla magistratura ed era stato catturato dal dottor Santillo, si stavano inquinando le prove. Se io avrò la sicurezza che tali prove si stavano inquinando, il dottor Santillo passerà un brutto quarto d’ora».

Non mi risulta che si sia trattato del dottor Santillo.

«Lo so anch’io. Ma il teste ha parlato davanti a una persona che rispondeva al dottor Santillo».

«I DISORDINI DEGLI ULTIMI ANNI? I NAZI-MAOISTI!»

Lei sostiene che, oggi, è in atto un tentativo di indirizzare sempre a destra le indagini. Per anni è stato esattamente il contrario.

«Facciamo una rassegna. Milano, 1969: era probabilmente ingiusto attribuire senz’altro agli anarchici la responsabilità degli attentati. Però Valpreda è in questo momento un uomo sotto processo, esattamente come quei due personaggi dei quali si è parlato come gli autori della più grossa trama nera del dopoguerra, Freda e Ventura. E poi, chi sono questi due? Uno è nazista e l’altro è socialista».

Interrompo. Prima di tutto, sul fatto che Ventura sia socialista esistono molti dubbi. E poi, l’ambiente sul quale questi personaggi gravitavano era decisamente fascista.

«Lo dice Ventura di essere socialista».

Sì, ma per motivi difensivi, tattici.

«Lo dice dal 1955. Io lo conosco perché prima era segretario della federazione giovanile del MSI di Treviso. E capitò personalmente a me la sventura di essere da lui presentato a un comizio che tenni in quella città tanti anni fa, nel 1953. Il nostro federale, che era dipendente del comune, aveva paura di presentarmi in teatro e mi affidò quindi a questo giovane. “E’ intelligente e preparato” mi disse. Conobbi allora questo lugubre personaggio. “La democrazia è un cadavere, è lì all’obitorio…” E continuò a sezionare il cadavere della democrazia per trentacinque minuti. Comunque, un anno dopo venni a sapere che se ne era andato dal MSI e più tardi che era passato al socialismo».

Lei conosce meglio di me la stranezza di certe “folgorazioni” politiche, di certi repentini passaggi dall’estrema destra all’estrema sinistra…

«Vogliamo dire la verità? L’ambiente di Freda e Ventura, così come tanti altri che hanno creato disordini negli ultimi anni, si deve definire nazi-maoista. E non è certo il mio partito che aveva convenienza a far fiorire i nazi-maoisti. Ci pensi bene.

E chi ce l’ha questa convenienza?

«Facciamo un ragionamento politico. Il centro-sinistra è da tempo finito e si è alla ricerca di un’alternativa. Tutti, da noi ai comunisti, si è convinti che l’Italia deve essere governata e che non può esserlo con una formula che non esiste più. Cosa significa? Questo: tutti d’accordo che il centro-sinistra è finito, siamo tutti in disaccordo sul suo successore; i comunisti vogliono un governo spostato oltremodo a sinistra, i democristiani sono divisi tra di loro, i socialdemocratici e i repubblicani sono anch’essi divisi e non d’accordo con i democristiani, noi evidentemente vogliamo uno spostamento a destra e una chiusura a sinistra. A questo punto conviene al PCI tutto intero, al PSI tutto intero e a larga parte della DC che l’interlocutore di destra perda credito presso l’opinione pubblica e l’elettorato».

Allora senz’altro, dice lei, le bombe vengono da sinistra.

«Non è esatto. Ad esempio non ritengo che il PCI metta in atto questo tipo di strategia della tensione: non ne ha bisogno, potrebbe non essergli ragionevole, potrebbe determinare al vertice della DC qualche capacità reattiva contraria, non lo credo, c’è qualcosa di grosso, di più importante. Proseguiamo nell’ipotesi politica. La DC, in caso di definitiva inclinazione a sinistra, sarebbe destinata a perdere almeno un quarto del proprio elettorato a favore della destra. Non vuole perderlo e allora, per motivi di concorrenza, sta compiendo una pesante operazione di recupero a destra attraverso, non dico proprio le bombe, ma l’accreditamento delle bombe a destra. Siamo sul piano delle responsabilità politiche, non penali, preciso. Ma questo è il punto, questo è il significato della accelerata propaganda anti-destra degli ultimi tempi».

Tuttavia nelle “trame” la magistratura ha troppo spesso coinvolto personaggi sicuramente di destra.

«Vogliamo parlare di trame? Parliamone. Morte di Annarumma: c’è un filmetto che è nelle mani di un ufficiale dei carabinieri trasferito da Milano proprio per questo, in cui si riprende la scena della morte di Annarumma. Vogliamo tirarlo fuori? La verità è che qualcuno ha avuto interesse a nasconderlo, quel filmetto.

Strage di Brescia: ho chiesto al ministro come mai aveva sostenuto che la bomba non era a orologeria e che era stata posta durante il comizio. Gli ho chiesto anche come mai fossero state dissolte le prove annaffiando la piazza subito dopo l’attentato. Il ministro non ha saputo rispondere.

Morte di Giancarlo Esposti: il giovane era di destra, di ultradestra, senza dubbio, ma allora perché lo hanno ammazzato con il colpo di grazia? Era in divisa chi lo ha ucciso? O, come pare, era in borghese? E per quale motivo?

Strage di Fiumicino: perché non se ne parla più? Perché i “suggerimenti” dei servizi segreti stranieri non sono stai presi sul serio? I morti, pure, ci sono stati. E come mai i terroristi sono stati smistati prima a Malta, poi nel Libano, poi nel Kuwait? Perché Miceli è stato tolto di mezzo? Come mai quando c’era un tentativo di colpo di mano in Libia, favorito dagli americani, sono stati i nostri servizi segreti a salvare Gheddafi? Quale è stata la contropartita? E’ stata una contropartita per l’ENI? O per qualche persona? O è stata una contropartita politica?

Anche queste sono “trame”, se non sbaglio, ma nessuno ha interesse ad approfondirle. Mi dispiace dirlo, ma io che dieci anni fa ero a favore del SIFAR e della sua segretezza, mi sono convinto che i servizi di informazione sono, o sono stati, largamente inquinati a livello di potere, a livello politico».

Se ben capisco, lei punta su responsabilità statali per gli avvenimenti degli ultimi anni, perlomeno a livello politico. E a questo proposito ricordo un’interrogazione del suo partito su un misterioso ufficio di alti studi strategici che, come disse Birindelli in un’intervista “aveva il compito di organizzare disordini e attentati da attribuire alla destra”.

«Quell’interrogazione la presentai io, personalmente, due anni fa. Si riferiva al fatto che all’epoca del governo Andreotti, dopo il maggio 1972, sembrava che a Palazzo Chigi ci fosse un ufficio di quel genere dal quale veniva edita una rivista, appunto di studi strategici, che sarebbe stata di copertura a una formazione extraparlamentare di destra molto protetta a Roma da un deputato regionale della DC che di chiama De Iorio. Non ho mai avuto risposta a quella interrogazione, ma tornerò a parlare di quell’Istituto in occasione del dibattito parlamentare sull’ordine pubblico».