logo Spazio70

Benvenuto sul nuovo sito di Spazio 70

Qui potrai trovare una vasta rassegna di materiali aventi ad oggetto uno dei periodi più interessanti della recente storia repubblicana, quello compreso tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Ottanta del secolo scorso.
Il sito comprende sei aree tematiche e ben ventidue sottocategorie con centinaia di pezzi su anni di piombo, strategia della tensione, vicende e personaggi più o meno misconosciuti di un’epoca soltanto apparentemente lontana. Per rinfrescare la memoria di chi c’era e far capire a chi era troppo giovane o non era ancora nato.
Buona lettura e non dimenticare di iscriverti sulla «newsletter» posta alla base del sito. Lasciando un tuo recapito mail avrai la possibilità di essere costantemente informato sulle novità di questo sito e i progetti editoriali di Spazio 70.

Buona Navigazione!

«E se legalizzassimo l’eroina?». Parla William Burroughs (1976)

Redazione Spazio70

Dalla rivista Re Nudo n°43 (luglio 1976)

Prendiamo in considerazione il sistema economico che è stato costruito sull’uso di questa droga: un miliardo di dollari all’anno per le forze di repressione statale e chi sa quanti milioni per i piccoli e grandi spacciatori; in più la perdita economica dei furti fatti dai tossicomani, con le conseguenti spese di polizia, di tribunali e di mantenimento carcerario. Sembra ragionevole proporre di legalizzare l’eroina, di tassarla come i liquori e di venderla nei negozi al pubblico. In base alla legge fatta passare dal dipartimento americano narcotici, perfino la manifattura dell’eroina è illegale negli Stati Uniti, per cui non si può avere questa droga, un calmante del dolore molto più potente della morfina, neanche per usi medici, per alleviare il dolore nella fase terminale del cancro e in condizioni come quelle della lebbra dell’occhio, per cui la morfina risulta insufficiente.

«SE UN TOSSICOMANE NON VUOLE È IMPOSSIBILE DISINTOSSICARLO»

Così, se legalizziamo la manifattura e la vendita dell’eroina, anche con solo una piccola parte di soldi che sono adesso impiegati in questo affare senza fine, potrebbero essere messi in piedi in tutto il paese dei centri di cura dove un tossicomane che vuole essere curato può andare e venire effettivamente curato. Perché se un tossicomane non vuole essere curato è impossibile disintossicarlo. Il dottor John Dent di Londra, che ha introdotto il trattamento con l’agomorfina per disintossicare e mi ha curato un’intossicazione di trenta pasticche al giorno di morfina in dieci giorni, mi dice sempre che non vuole avere da curare dei tossicomani mandati da lui contro la loro volontà e si oppone fermamente a qualsiasi programma di trattamento coatto; il tossicomane deve andare da lui e dirgli: «io voglio essere curato». Altrimenti è soltanto uno spreco di tempo e di denaro.

Dunque quali sono le obiezioni alla legalizzazione? Naturalmente la possibilità che ci siano migliaia di tossicomani. Sì, ma ci sono già adesso migliaia di tossicomani, che sarebbero in conseguenza della legalizzazione in grado di comprare la dose necessaria ogni giorno per pochi dollari, senza ricorrere al furto. Potrebbero sapere con esattezza quanto si iniettano, il che eliminerebbe il pericolo di morte per «overdose» (dose eccessiva). I casi di overdose si verificano perché l’eroina venduta nelle strade è tagliata e certi spacciatori la tagliano più pesantemente di altri (in Italia l’eroina è tagliata anche con la calcina dei muri n.d.r.). Non ti puoi regolare perché sei abituato a iniettarti eroina tagliata al dieci per cento poi compri da un altro che per concorrenza la taglia al 20 per cento, ti fai una doppia dose ed ecco che si verifica l’overdose. Una dose eccessiva può uccidere con facilità. Oppure il tossicomane non è stato in grado di trovare la roba per qualche giorno poi si fa la sua dose abituale dimenticandosi che il suo grado di assuefazione è sceso.

Una fornitura regolare di eroina della stessa concentrazione eliminerebbe entrambi i casi. E non succederebbe che in 10 si passino lo stesso ago sporco contagiandosi con il virus dell’epatite. Quelli che sostengono la attuale legge repressiva, dicono che con la vendita ci sarebbero migliaia di nuovi tossicodipendenti. Ma quanti ce ne erano prima che fosse attuata la legge repressiva sui narcotici, quando era possibile comprare morfina, cocaina e eroina in qualsiasi drogheria? Nessuno lo sa. In alcuni casi il tossicomane stesso non lo sapeva, però sapeva che se non prendeva un cucchiaino dello sciroppo del dottor Jones per la tosse tre volte al giorno, non si sentiva molto bene. Finché poteva comprarlo per 50 centesimi alla bottiglia non si era mai reso conto di quanto sarebbe stato male se non avesse avuto nessuno sciroppo del dottor Jones o un suo equivalente. Molte persone si assuefanno a causa di malattie croniche per le quali i dottori ora sono riluttanti a prescrivere oppiacei: asma, artrite, depressione suicida. De Quincey, che ha scritto «confessioni di un mangiatore di oppio», cominciò a prendere oppio per la tubercolosi quando aveva trent’anni e visse fino a settantacinque. Senza oppio sarebbe morto in pochi anni. Io penso che ci sarebbe un numero sorprendentemente piccolo di nuovi tossicomani come risultato della legalizzazione. Se la legalizzazione completa sembra un passo troppo drastico, consideriamo i risultati di una legalizzazione parziale: i tossicomani possono avere l’eroina con ricette mediche.

«ADESSO C’È UN GROSSO MERCATO DI EROINA CINESE»

Quando andai in Inghilterra nel 1956 era in funzione questo sistema. A quel tempo c’erano solo 400 tossicomani in tutto il regno e non esisteva il mercato nero, fino a che i tossicomani poterono averla dall’assistenza sanitaria c’erano due soli agenti della narcotici per la città di Londra, dove risiedeva la maggior parte degli eroinomani. Poi il dipartimento americano narcotici cominciò a fare pressione perché fossero sospese le prescrizioni per i tossicomani, questo venne propagandato all’opinione pubblica come azione missionaria. Venne approvata una nuova legge che ostacolava le prescrizioni mediche e furono chiusi i centri di cura.

Adesso c’è un grosso mercato di eroina cinese, quella che si chiama Brown sugar, e centinaia di tossicomani muoiono di overdose nei cessi del metrò: in breve, la stessa paurosa situazione che si verifica in America.

Così avremmo almeno un miliardo di dollari da impiegare per i centri di cura. Non c’è dubbio: ricerche condotte razionalmente e centri di cura potrebbero riuscire a trovare un metodo di disintossicazione efficace e relativamente indolore. L’idea che una cura debba essere il più possibile spiacevole è totalmente sbagliata. Se un tossicomane viene sottoposto a una privazione brusca e dolorosa, questo porta semplicemente ad aumentare proporzionalmente il suo desiderio per il sollievo che la droga gli può portare e a facilitare la sua ricaduta, molto di più che per un altro tossicomane che non ha subito durante la cura una così dolorosa astinenza.

Quali metodi già sperimentati possono essere impiegati? L’apomorfina: posso dire basandomi sulla mia personale esperienza che è una cura relativamente indolore e altamente efficace. Tuttavia, richiede iniezioni di apomorfina per tre o quattro giorni ogni due ore, notte e giorno, il che pone dei problemi e la regolazione della dose per evitare la nausea è un altro problema. Se il farmaco fosse sintetizzato senza dubbio dalle variazioni della formula si potrebbero ricavare associazioni con una più potente azione regolatrice. Quando si sintetizzò il chinino durante la seconda guerra mondiale, emersero sostanze con un’efficacia dieci venti volte superiore.

Ci sono anche altri metodi di trattamento. L’agopuntura è già stata usata in Inghilterra e viene ora praticata anche qui, negli Stati Uniti. Citando da n quotidiano inglese: «L’agopuntura è risultata notevolmente attiva nell’eliminare completamente i sintomi da astinenza. Su 15 tossicomani, 2 da oppio, 3 da eroina e 1 da morfina, tutti hanno sperimentato il sollievo dai loro sintomi da astinenza con il trattamento di agopuntura». I medici riportano in «droghe e società» l’età dei soggetti andava dai 27 ai 72 anni con tossicomanie durate da 3 a 5 anni. E’ un procedimento semplice, veloce ed economico , non ha effetti collaterali, e, oltre a tutto, non presenta il pericolo di una dipendenza secondaria».

C’è un farmaco che non dà assuefazione chiamato Lomotil che diminuisce molto il bisogno di oppiacei, così il tossicomane può ridurre gradualmente la dose. E’ stato usato con buoni risultati in Inghilterra. Il Cortisone e gli antistaminici sono utili per alleviare alcuni dei sintomi della carenza. Una combinazione di tutti questi metodi potrebbe essere applicata e sicuramente con ulteriori ricerche si potrebbe stabilire una cura standard, che risultasse abbastanza facile e completamente indolore: tutto questo sempre partendo dalla scelta e dalla richiesta volontaria dell’interesse di sottoporsi al trattamento di disintossicazione.

Che possibilità di farsi disintossicare esistono negli Stati Uniti? Quasi nessuna. Tirare fuori un alcolizzato dal whisky dandogli vino di marca scadente è pressappoco la stessa cosa. Oltretutto gli effetti psichici a lungo raggio del metadone sono anche peggiori di quelli della morfina. Le persone diventano grasse e depresse. Sono stato contattato da parecchie persone assistite con il metadone che mi chiedevano della disintossicazione con l’apomorfina perché volevano uscirne. Ma semplicemente non c’è nessun’altra possibilità che venga loro offerta.

UN GRAN NUMERO DI ESPERIMENTI PROMOSSI DALLA CIA

Il centro di disintossicazione di Lexington, gestito dallo steso del Kentucky, può prendere solo pochi tossicomani e la trafila per entrarci è complicata e richiede l’iscrizione in una lista di attesa. Ma quanto può aspettare un tossicomane? Eppure c’è da aspettare come minimo quattro mesi e il trattamento che viene poi offerto è solo una cura di mantenimento con il metadone. Dopo tutti questi anni di ricerche, avendo speso chi sa quanti soldi di chi paga le tasse, questo è tutto quello a cui sono arrivati. Hanno fatto migliaia di esperimenti con animali. Non soddisfatti di aver intossicato topi, conigli, cani e scimmie, hanno perfino fatto esperimenti su «cavie di cane decorticato» come loro lo chiamano, cioè su cani a cui è stata tagliata via una parte o l’intero cervello. Così finalmente sappiamo che anche un cane a cui è stato lobotomizzato il cervello può essere reso dipendente dagli oppiacei. Grande scoperta. Nessuno di questi interminabili esperimenti con animali ha la minima utilità. Hanno già provato a dare dell’eroina ad animali a sangue freddo? Per quel che ne so io, no. Certamente un cobra in preda ai dolori dell’astinenza sarebbe un notevole spettacolo.

Un gran numero di esperimenti, promossi dalla CIA, sono stati portati avanti durante gli anni ’50 su pazienti volontari. Vi cito dall’HERALD TRIBUNE:

«Gli esperimenti condotti dal Centro Federale per la tossicomania hanno incluso la somministrazione di varie droghe, tra cui gli allucinogeni, a pazienti volontari, come stabilito dal programma della CIA. Gli esperimenti condotti a Lexington facevano parte di un programma di sperimentazione delle droghe preparato dalla CIA, che coinvolgeva più di 30 università e agenzie pubbliche e private».

Così, vi dicevo, un tossicomane non sa dove andare a farsi disintossicare. Tutto quello che può ottenere è una somministrazione di eroina o di metadone. Si trova in una situazione che finisce solo con la morte. Tutto il denaro viene versato per perpetuare questa industria che frutta miliardi di dollari. Per cui naturalmente qualunque programma di legalizzazione o di parziale legalizzazione incontra un ostacolo molto potente proprio in questo; miliardi di dollari investiti in questo affare colossale. Tutti i grandi spacciatori dovrebbero mettersi a lavorare per vivere come tutti gli altri, e sicuramente non hanno nessuna voglia di farlo. Allora, cosa si può fare? Sicuramente chiunque può disintossicarsi con l’apomorfina, se trova un dottore che gliela somministri. L’apomorfina si ottiene bollendo la morfina con l’acido cloridrico, ma la sua azione sull’organismo è completamente diversa da quella della morfina: non è un antidolorifico e non dà assuefazione. Nessun caso di dipendenza è mai stato riscontrato con l’apomorfina, Non dà flash, né sballo, né rientro; il suo effetto è di stimolare la parte posteriore del cervello a ri-regolare un metabolismo disturbato. Quindi l’apomorfina funziona come regolatore metabolico.

Ho trovato dei dottori che sostenevano che l’apomorfina dà assuefazione, non ne avevano avuto l’esperienza, ma lo avevano letto o sentito da qualche parte e avevano interesse a crederci. Questa è quella che viene chiamata
opinione medica informata. Cento anni fa i dottori dicevano che la masturbazione portava come conseguenze la paralisi, danni al cervello e insanità senza speranza; anche quella era opinione medica informata. Naturalmente è difficile trovare una clinica che faccia iniezioni ogni due ore notte e giorno a pazienti non ricoverati, ma si può risolvere il problema somministrando tavolette per via orale da sciogliere sotto la lingua.

Il dottor Xavier Corre di Parigi, che ha studiato con il dottor Dent, ha avuto buoni risultati con la somministrazione per via orale e c’è anche il vantaggio che la nausea può essere più facilmente controllata. Se il paziente sente nausea può sputare la pastiglia e stabilire da solo la dose da assumere. Non c’è ragione che il paziente si senta male, non deve essere una cura spiacevole. L’agopuntura come metodo di cura fa senz’altro una certa impressione. Ho visto fare in televisione le più difficili operazioni chirurgiche con l’agopuntura come sola anestesia, per cui qualsiasi cosa allevi o elimini il dolore intenso è altrettanto utile per alleviare i sintomi dell’astinenza.

Conosco qui a New York uno che fa l’agopuntura che ha ottenuto ottimi risultati curando dei tossicomani e intende continuare. Il trattamento dura circa 30 minuti e di solito sono sufficienti da 6 a 8 sedute. Il LOMOTIL è stato utilizzato al centro di Lexington per alleviare la diarrea causata dall’astinenza e sono state fatte delle relazioni all’ordine dei medici che dimostrano l’impossibilità che si instauri una dipendenza dal LOMOTIL. Ho parlato con dottori inglesi che hanno ottenuto buoni risultati nel tirare fuori i pazienti dalla droga con il lomotil. Ma sembra che negli Stati Uniti sia sconosciuto come coadiuvante nella disintossicazione. Di fatto sul flacone c’è scritto: «da non utilizzare in concomitanza con narcotici». Non si capisce come sia venuto fuori questo.

Una sensazionale scoperta può superare tutte le terapie esistenti. Cito dal NEW YORK TIMES del 22 giugno 1975:

«E’ stato scoperto in modo evidente che il corpo sintetizza spontaneamente delle sostanze il cui effetto narcotico è simile a quello della morfina. Gli esperimenti suggeriscono che il loro ruolo possa essere quello di alleviare gli effetti del dolore forte e dello stress. Alcuni ricercatori sperano che questa conoscenza possa essere impiegata nella terapia di disintossicazione».

Dopo un periodo di allenamento con un guru competente, puoi essere in grado di metabolizzarle volontariamente. Un certo dottor Goldenstein ha isolato una sostanza che si chiama PEPTIDE OPPIOIDE DELLA PITUITARIA/POP. L’articolo successivo dà la potenza antidolorifica di questa sostanza come 50 volte superiore a quella della morfina e la prova sperimentale che non dà assuefazione. Qualsiasi cosa non una potenza simile può eliminare completamente i sintomi dell’astinenza. Questa può essere la soluzione finale al problema della droga pesante.

 

Dal SUN di Detroit.