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Silvio Berlusconi depone al processo P2

Redazione Spazio70

«Diedi la mia adesione come forma di cortesia personale verso Roberto Gervaso»

Silvio Berlusconi nel 1978

«Roberto Gervaso mi parlò di Gelli in termini molto positivi, naturalmente, era tra l’altro una persona su cui all’epoca non c’erano mai stati avvisi negativi di alcun tipo, anzi, appariva come circondato da una buona considerazione generale e io lo incontrai due volte, penso all’Excelsior. Anche se non mi ricordo se una volta all’Excelsior e una volta al Grand Hotel, dove io scendevo quando venivo a Roma per le mie cose. Gelli mi riempì di complimenti dicendomi che mi considerava tra i nuovi imprenditori quello più bravo, quindi insistette molto nel fatto che io avevo un futuro importante davanti eccetera, e poi attraverso Gervaso mi fece sapere che avrebbe tenuto molto a una mia adesione a questa sua associazione che per la verità all’epoca appariva come una normalissima associazione, come se fosse un Rotary, un Lions e non c’erano motivi diversi, per quello che se ne sapeva, per pensare che la cosa fosse diversa. Io resistetti molto a dare la mia adesione e poi lo feci perché Roberto Gervaso insistette particolarmente dicendo di rendere una cortesia personale a lui.

«IO APPRENDISTA MURATORE? CI FACEMMO DELLE MATTE RISATE»

Ci fu forse anche un motivo, diciamo così, pratico, Gervaso andava dicendo che Gelli era molto introdotto presso le autorità politiche argentine e che in Argentina si dovesse sviluppare una grande serie di lavori pubblici. Io allora ero presidente per un consorzio per l’edilizia industrializzata che raccoglieva tutte le principali aziende italiane del settore, non la mia azienda, era proprio una carica che avevo a titolo onorifico e diciamo così anche perché ero giovane e il fatto che mi avessero chiamato a questa carica aveva solleticato il mio orgoglio, la mia ambizione personale e intravidi in quello una certa utilità. Però di quello non ne parlammo mai perché voglio sottolineare che tutto il mio rapporto si risolse nel fatto della mia adesione.

Ho sentito che nella relazione dei parlamentari a riguardo mi venne attribuito anche un versamento di centomila lire. Per quello che ricordo, ma son sicuro di questo, a me non fu mai chiesto nulla e non feci nessun versamento, mai. Mi mandarono una tessera che rispedii al mittente anche perché c’era una cosa abbastanza ridicola che coglieva il mio orgoglio: “apprendista”. La ricevetti in una riunione con i miei dirigenti attorno al tavolo di consiglio della mia azienda, ci facemmo delle matte risate e pregai seduta stante la mia segretaria di rispedirla al mittente. Tutto questo finì con questa cosa, quindi anche il fatto che non ho trovato traccia nei miei diari quotidiani della data, ho cercato ieri sera di guardare, perché immaginavo mi venisse fatta una domanda sulla data, questa cosa passò come una cosa assolutamente non importante. L’ho imparato e adesso non mi iscrivo più neppure al circolo della vela».