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Roberto Fiore parla di Fioravanti e Mangiameli al processo per la strage di Bologna

Redazione Spazio70

«Io sono parte lesa per il depistaggio fatto da Musumeci, Belmonte, Pazienza e Gelli. Da Bologna iniziano tutte le mie vicissitudini compresa la fuga dall'Italia»

Prima domanda: se ha conosciuto Giusva Fioravanti, se sì quando e se ha partecipato assieme a lui ai tentativi dell’evasione di Concutelli.

«Ho conosciuto Giusva Fioravanti, ritengo di averlo conosciuto all’inizio dell’anno 1980. Non ho mai partecipato a tentativi di liberare Concutelli».

— Quando ha conosciuto esattamente Giusva Fioravanti?

«Non posso avere la data esatta, ma una ricostruzione che ho fatto in questi giorni mi porterebbe a pensare che si parli o degli ultimi giorni di dicembre o dei primi giorni di gennaio».

— Infatti è coerente proprio con quello che ha confermato pochi mesi fa Giusva Fioravanti qui dinnanzi alla Corte d’assise di Bologna. Però aggiunse che, alla fine di dicembre del 1979, come lei sta confermando, si incontrò con lei: “in un luogo, dove non ricordo, e quest’ultimo mi chiese di incontrarmi con un camerata siciliano che desiderava parlarmi. Fissai l’appuntamento per qualche giorno dopo” quindi siamo sempre verso la fine di dicembre, “a piazza del Popolo a Roma e se mal non ricordo il siciliano era accompagnato dal Fiore. Trattavasi di Francesco Mangiameli, del quale feci la conoscenza in quell’occasione. Egli mi chiarì che si stava occupando dell’evasione del suo amico Pierluigi Concutelli e mi chiese di andare a Palermo per effettuare un sopralluogo al fine di concretare l’operazione…”

[Il Presidente della Corte chiede all’avvocato di rimodulare diversamente la domanda]

— Allora, Giusva Fioravanti ha invece detto che in quel periodo, quando vi siete conosciuti, lei gli presentò Mangiameli per far evadere Concutelli, per organizzare l’evasione di Concutelli. Ora che le ho ricordato questo passaggio di Giusva Fioravanti, lei a proposito dell’evasione di Concutelli può precisare meglio?

«Signor avvocato lei sta omettendo il fatto che Fioravanti dice che quando ci fu la conversazione io mi allontanai».

— Bene, però ha detto che lo mise in rapporto con Mangiameli per organizzare l’evasione di Concutelli.

«E che mi allontanai quando ci fu la conversazione».

«MANGIAMELI E I SERVIZI? NESSUN RAPPORTO»

Francesco Mangiameli

— Va bene. Ne prendo atto. Ha conosciuto anche Rosaria Amico, la moglie di Mangiameli? e le chiedo, se sì, se fosse una militante politica anch’ella.

«No, era la moglie di Mangiameli. Non era militante, non direi che fosse militante».

— Ora, Mangiameli invece lo ha conosciuto, giusto?

«Certo».

— Ed era un militante politico di Terza Posizione, giusto?

«Certo».

— Penso che sia pacifico. Quando lo ha conosciuto?

«Difficile dirlo. Potrei sbagliare non solo il mese ma anche l’anno».

— Ma a spanne, signor Fiore.

«A spanne, ’77, ’78, ’79. Non glielo so dire, francamente. Forse a spanne proprio ’78».

— Ecco, le risulta che Mangiameli avesse dei rapporti con i servizi di sicurezza?

«No, assolutamente no e sarebbe stato un fatto assolutamente contrario a tutto il nostro modus operandi».

— Ma non le risulta?

«Rafforzo la mia affermazione dicendo che se l’avessi saputo si sarebbero assolutamente interrotte le nostre relazioni».

«TERZA POSIZIONE? ERA ANTITETICA RISPETTO AD AVANGUARDIA NAZIONALE E ORDINE NUOVO»

Stefano Delle Chiaie

— Le risulta che il Mangiameli nel luglio del 1980 avesse ricevuto incarico da Stefano Delle Chiaie di unificare i quattro gruppi dei NAR romani facendoli confluire in Terza Posizione?

«È assolutamente falso. Non solo non mi risulta ma questo è assolutamente falso».

— Le risulta anche che Mangiameli avesse ricevuto degli ingenti finanziamenti dal predetto Stefano Delle Chiaie onde reperire armi ed esplosivo ad ogni costo acquistandoli senza limiti di prezzo?

«È assolutamente falso. Se il Presidente vuole aggiungo una nota. Vorrei che il signor giudice apprezzasse il fatto che la nostra storia, la storia di Terza Posizione, è una storia antitetica a tutti gli altri movimenti e organizzazioni come Avanguardia Nazionale e Ordine Nuovo o quantomeno lontana da tutte queste strutture e qualsiasi collegamento con queste organizzazioni veniva visto con sospetto. Figurarsi dei servizi segreti che noi abbiamo visto assolutamente sempre lontani e antitetici a noi, poi si vedrà, con il fatto per cui sono parte lesa, che così si sono dimostrati».

— Nell’Agosto del 1980 Giusva Fioravanti le parlò del suo, di Giusva, risentimento nei confronti di Mangiameli?

«Mi sta chiedendo due cose. Escludo di aver incontrato Fioravanti in quel periodo. In realtà mi sembra che risulti abbastanza pacifico, e io penso di poter confermare, di averlo incontrato solo quella volta di cui ho parlato prima. Certamente non ho parlato mai con Fioravanti di Mangiameli. e sicuramente non nel periodo di Agosto. Quindi direi di no».

— E nei giorni immediatamente successivi all’omicidio Mangiameli, che è del 9 settembre del 1980 che lei forse ricorderà. Lei incontrò a Roma la signora Rosaria Amico che è la moglie di Mangiameli?

«Guardi, ho un confuso ricordo di aver incontrato la moglie di Mangiameli immediatamente dopo, ma non mi ricordo né dove né quando e certamente questo era riferibile al fatto dell’avvenuto ritrovamento del marito».

— Era quindi, quest’incontro, sia pure un po’ confuso, è accaduto subito dopo l’omicidio?

«Certo».

— Espresse delle sue opinioni alla moglie in merito all’omicidio di Mangiameli?

«Delle mie opinioni non penso. Non penso di aver espresso nessuna opinione perché non penso che fosse il momento di esprimere opinioni. Oltretutto in quel momento probabilmente non ne avevo».

— Non fece per caso riferimento esplicito a Giusva Fioravanti come killer del marito?

«Non posso né escluderlo né confermarlo».

«PER FIORAVANTI ERA NECESSARIO FAR FUORI I CAPI DI TERZA POSIZIONE AFFINCHÉ SI RIVOLGESSERO A LUI»

Terza posizione

— Ecco, ma in quel periodo con Giusva Fioravanti, i primi di settembre del 1980, subito dopo l’omicidio di Mangiameli, lei in che rapporti era?

«In nessun rapporto. Io non incontrai mai Fioravanti e chiaramente ci sono dei comunicati che mi sembra furono emessi attorno a settembre in cui è chiarissimo che Fioravanti mira all’eliminazione del sottoscritto e di altre persone rivendicando l’omicidio Mangiameli».

— Ecco ma lei come se l’è spiegato questo atteggiamento di Giusva così violento nei suoi confronti?

«Guardi, questa è una domanda che penso possa riassumere anche la domanda che penso mi avrebbe fatto, cioè: “Lei sa il motivo dell’eliminazione di Mangiameli?” e lei aggiunge: “So il motivo di questo odio nei miei confronti?” L’unica risposta, e penso che lei capirà, è che… vorrei fare una piccola premessa: io sono una persona che ha avuto non certo dei benefici da ciò che avvenne in quel periodo, e sono parte lesa in questo processo. Non so se è noto a voi avvocati che io sono parte lesa del depistaggio. Questo è un dato che io penso sia importante, di sicuro il signor giudice lo sa, ma è bene che lo sappia anche la stampa qui presente. Io sono parte lesa per il depistaggio fatto da Musumeci, Belmonte, Pazienza e Gelli. Questo nel quadro. Chiaramente da Bologna iniziano tutte le mie vicissitudini di fuga dall’Italia eccetera eccetera. Quindi la domanda che lei mi pone è una domanda a cui non posso dire di avere una risposta certa, ma ho una risposta logica, che parte anche dall’affermazione di Fioravanti e cioè che: l’eliminazione dei capi di Terza Posizione era fondamentale perché i giovani di Terza Posizione si rivolgessero in un certo senso alle sue attività. Cioè mancando i capi, tanti giovani che erano stati sicuramente cresciuti in un’atmosfera, come è stata definita, “guerra a bassa intensità”, cresciuti in un certo clima potevano essere coinvolgibili nelle azioni di Fioravanti quindi per lui era necessario far fuori i capi di Terza Posizione».